Non solo car sharing: il 2015 è anche l’anno del boom del bus sharing, che da poco ha fatto il suo ingresso anche in Italia. A fine 2014 i creatori di GoGoBus si sono chiesti: dato che sentiamo spesso parlare di car sharing, di ride sharing, di bike sharing, perché non realizzare anche il bus sharing? E così è nato un progetto tutto italiano, nelle parole di Alessandro Zocca, ceo di GoGoBus, la prima piattaforma di social bus sharing. Un vero progetto di mobilità alternativa.
Il funzionamento della piattaforma (tramite sito web e app mobile) è infinitamente semplice: ogni utente può cercare una destinazione, proporla e condividerla sui propri canali social. Così se c’è qualcuno disposto ad aggregarsi al viaggio, può farlo immediatamente, in tempo reale. Al raggiungimento della trentesima prenotazione la partenza è confermata: GoGoBus a questo punto si occuperà di dare l’incarico a un’azienda di autonoleggio convenzionata.
GoGoBus è sicuramente un’alternativa per viaggiare a basso costo, in modo sicuro, flessibile, ma anche comodo: non dimentichiamo, infatti, che sul bus si possono portare più bagagli rispetto al ride sharing, per esempio. Il modello seguito è quello delle compagnie aree low cost, con collegamenti diretti e che non sempre partono dai centri delle città. Gli ideatori hanno anche studiato i modelli di bus sharing di Singapore ed Egitto, per ampliare i propri orizzonti.
GoGoBus non effettua un servizio di linea: tutto si basa infatti sulle iniziative della community. La fase di test si è conclusa – positivamente – tra dicembre e gennaio, e ha raggiunto un finanziamento di 130 mila euro. Finalmente, oggi, l’azienda lancia il servizio in Italia, e mira anche ad arrivare negli altri Paesi europei.
“Il mercato in cui andiamo a operare in Italia conta 2 miliardi di fatturato (fonte Anav) e sono 7 milioni le persone che prendono il pullman nel nostro Paese (il 47% dei quali per fini turistici)” afferma Zocca. Con GoGoBus i numeri aumenteranno?